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Aprire gli occhi

Oggi è Lunedì, la mia giornata libera a lavoro. Come ben sapete, sono una Logopedista, una terapista del linguaggio, lavoro in un centro di riabilitazione con i bambini più belli del mondo, a mio avviso. Quando ho scelto di praticare questo mestiere ero entusiasta all'idea che un giorno avrei fatto un lavoro di questo tipo... "umano", come mi piace definirlo. Mi sono trasferita a 700 KM da casa mia, in Friuli Venezia Giulia, a Udine... quella che ho scelto, fin da subito, come città in cui avrei passato la mia vita, dove avrei comprato casa e dove avrei messo su famiglia. Ammetto che il Friuli non è male come regione, c'è tutto... vuoi la montagna? Eccoti servito! E ammetto che questa regione vanta alcuni dei paesaggi di montagna più belli che abbia mai visto...Vuoi il mare? Lignano, Grado, Sistiana, la Croazia sono a 2 passi, in alcuni di questi posti di sicuro non stiamo parlando di acque limpide e spiaggia soffice come seta, ma comunque sono posti di mare, che non fanno mancare assolutamente nulla al turista che decide di passarci le vacanze. Siamo nell'estremo est italiano, da sempre ho come l'impressione che i friulani vivano in una specie di "bolla", sarà il fatto che sia una regione autonoma? Mah, io ho i miei dubbi. Piuttosto penso che trovarsi praticamente ai confini con nazioni come: Austria, Croazia, Slovenia... abbia influito notevolmente sullo stile di vita e la cultura dei friulani; dai palazzi alle piazze, dalle strade alle locande, ai pub e così via... fino ad arrivare alla mentalità della gente friulana. A Udine ho come l'impressione che si lavori e basta, l'ho sempre definita la tipica cittadina per famiglie dove se non hai il tuo giro di amici, difficilmente riesci a trovare il modo per divertirti, la gente esce durante i weekend, in particolare alla luce del sole... fa passeggiate, fa shopping, aperitivo o colazione in centro, pranzo alla locanda, giretto nel parco più vicino a casa e così via, mentre la sera (a meno che non sia sabato o al massimo venerdì) tutti a casa, si ordina una pizza e si guarda un film in famiglia, consapevoli e pronti per riprendere la settimana di lavoro... una vita perfetta, non c'è che dire, tutto funziona come dovrebbe funzionare, dalle strutture/mezzi privati ai pubblici, per strada difficilmente trovi immondizia, c'è verde dappertutto e fiumiciattoli che scorrono a destra e a manca ovunque nella cittadina, l'atmosfera è magica, quasi utopica (in particolare durante il periodo natalizio). Ecco, tutto questo, in me, ha scaturito fascino e ammirazione, Udine è sempre stata la città ideale per condurre una vita perfetta, con la famiglia perfetta, la casa perfetta, il lavoro perfetto! Direi che uno dei maggiori obiettivi che mi ero prefissata si è avverato ed esternamente è questo che "appare": la storia di una ragazza ambiziosa e caparbia, che a 24 anni, dopo aver terminato gli studi, si è trasferita incominciando una nuova vita in una città molto distante da casa (in cui ci vive e lavora da quasi 4 anni), che fa il lavoro per cui si è laureata, che ha una storia d'amore stabile e duratura, che ha una bella casa (seppur in affitto) e che ha deciso di adottare, insieme al suo compagno, un cagnolino delizioso! Il quadro di una situazione perfetta, il presupposto ideale per condurre una vita perfetta! Cosa c'è che non va, ti starai chiedendo... spesso me lo chiedo anche io. Se guardassi la mia vita dall'esterno mi verrebbe da dire che tutto procede come deve procedere... ma, attenzione! Forse è proprio questo che non va... Il fatto che io abbia usato il termine "appare" non è un caso, perché seppur esternamente tutto sembra perfetto, in realtà internamente ho un uragano! Uno stato d'animo turbolento che, seppur mi faccia apprezzare tutto ciò che mi sono guadagnata, mi fa sentire comunque incompleta. Lo so, probabilmente il problema riguarda me stessa, non il mondo che mi circonda, eppure è questo mondo stesso che influenza parte rilevante della mia personalità e della mia vita. Spesso mi capita di vedere, sui social, post o foto di gente, mia coetanea (a volte anche più piccola) che si sposa, mette su famiglia, compra casa; gente che ambisce ad avere un posto di lavoro duraturo e stabile, che si impegna a crearsi la propria "comfort zone" per sentirsi in pace con se stessa e non deludere le aspettative di chi la circonda. Perché è questo l'iter no? Studi, ti laurei, cominci a lavorare, ti fidanzi, ti sposi, compri casa, fai figli e conduci la tua vita nel modo più "giusto" possibile. Oppure, un'alternativa accettabile (per la società) riguarda chi, invece, preferisce dedicarsi alla carriera, dove matrimonio e figli lasciano spazio a lavoro e successo. Niente da obiettare, assolutamente! Ognuno è libero di condurre la propria vita come preferisce... Allora, mi chiedo: perché chi tende ad andare contro - corrente, optando per uno stile di vita diverso, come per esempio: chi non sa, in età adulta, cosa fare della sua vita; chi non pensa ne a metter su famiglia ne a fare carriera; chi non preferisce avere un lavoro stabile, ma tende a voler spesso cambiare mansione; chi lavora ma è ancora in affitto perché non ha il pensiero costante di doversi mettere soldi da parte per comprare casa, ma preferisce spenderli per godersi la vita (servono a questo tutto sommato i soldi, no?); chi preferisce convivere e basta senza alcun vincolo legale o religioso... Perché le persone che preferiscono rischiare e mettersi in gioco, piuttosto che cullarsi in 1000 false certezze quando di sicuro c'è solo la morte, devono essere giudicate "sbagliate"? Partiamo dal presupposto che, a mio avviso, i termini "giusto" o "sbagliato" sono una mera etichetta... Chi ha il potere di decidere cos'è giusto o sbagliato per se stessi o per qualcun altro? La legge stessa non parla di "giusto" o "sbagliato" ma ci dice soltanto cos'è legale, e cosa no! Allora perché ho la sensazione che: il voler lasciare il mio posto di lavoro per dedicarmi alle mie passioni, che il mio desiderio di non dovermi adattare in continuazione alle circostanze, o conformarmi forzatamente alla società, di non voler essere schiava del sistema o ricercare continuamente quello stile di vita perfetto che fin da piccoli ci "inculcano" (letteralmente) e che rappresenta l'orgoglio per tutte le persone che ci sono intorno e che non vogliamo deludere, sia sbagliato? Perché seppur l'Italia sia uno stato democratico, io non mi sento libera di scegliere come condurre la mia vita? Perché devo essere succube di quel maledetto modo di dire: "lavorare per vivere o vivere per lavorare"? Per quanto io stia coltivando in me il desiderio di cambiare, di andare contro la "normale amministrazione" e di fare semplicemente ciò che ho voglia di fare e non ciò che sia "giusto" fare, c'è qualcosa che mi blocca... la paura dell'ignoto? La paura del rischio? La soluzione sarebbe vivere nel presente e fare solo ciò che vogliamo fare adesso, ma la paura delle conseguenze che ne derivano o che ne potrebbero derivare, ci blocca e ci obbliga a restare in bilico in quest'eterno purgatorio tra cuore e mente, tra anima e corpo, un vortice di indecisione dove ci sentiamo obbligati a conformarci alla società e vivere secondo le regole della "vita perfetta" seppur ciò che vogliamo veramente è una vita imperfetta dove bastano poche certezze, quelle davvero importanti, per essere felici e sereni, vivendo davvero in pace con noi stessi. Molti di noi non si rendono conto che la vita è davvero solo una e che merita di essere vissuta in tutta la sua bellezza, che le cose importanti sono ben altre. Può sembrare una frase fatta, e forse lo è, ma se ci prendessimo un attimo per analizzarla scrupolosamente, ci renderemmo conto che non è poi così banale metterne in pratica il significato, anzi... è più difficile di ciò che si presuppone! Io in primis ammetto di non avere il coraggio di lasciarmi andare, di mollare ciò che non mi soddisfa per praticare totalmente ciò che il mio cuore desidera... chissà, forse un giorno avrò il coraggio di seguire i miei sogni e condurre una vita secondo le mie esigenze e i miei desideri, non quelli degli altri... Sto vagando da mesi alla costante ricerca di ciò che manca, oggi ho capito cos'è, ma la realtà che mi circonda e di cui sono ormai prigioniera non mi permette di scegliere liberamente e in completa autonomia. Per quanto si senta quotidianamente parlare di libertà, penso siano in pochi a sapere e mettere davvero in pratica il suo significato. Non entriamo nel cliché di dire "ma di cosa si lamenta questa, c'è di peggio in questa vita"; è vero, c'è sicuramente di peggio, ne sono consapevole, ma come dicevo prima, nessuno può definire ciò che è giusto o ciò che è sbagliato, come nessuno può definire cos'è meglio e cos'è peggio; ognuno ha una "croce da abbracciare", ognuno è libero di dare il peso che reputa più opportuno ai propri problemi e alle proprie esigenze. Io ho "aperto gli occhi" e solo chi apre gli occhi ed è in grado di guardarsi dentro, di trovare, conoscere e cercare di capire e soddisfare il "sé" più autentico, vive questo malessere costante ma al contempo sogna in grande e lotta affinché ciò che rappresenta il suo "vero" sogno si realizzi. Solo chi apre gli occhi non è più schiavo delle convenzioni e cerca di capire e cogliere la vita per quel che è realmente. Mettersi in dubbio o darsi del tempo per decidere o per realizzarsi, o stravolgere totalmente la propria vita , da un momento all'altro, andando contro tutto e tutti non è un male ma hai solo intrapreso la strada giusta per guardarti dentro alla ricerca di cosa vuoi realmente. Forse ti sentirai diverso, probabilmente anche sbagliato, semplicemente perché stai viaggiando contro - corrente e stai rischiando, è incredibile quante cose impariamo da noi stessi e su noi stessi se decidiamo di guardarci dentro, di pensare in grande... Se anche tu, come me, ti stai mettendo in dubbio e ti senti sbagliato, sappi che non è così... Hai semplicemente aperto gli occhi, ora sei davvero "tu" e non l'immagine che gli altri hanno di te o la persona che il mondo si aspetta che tu sia, nessuno ha il diritto di giudicarti o decidere cosa vuoi realmente e come devi condurre la TUA vita... Sei solo ed esclusivamente tu padrone di te stesso, dei tuoi desideri, delle tue ambizioni, dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, delle tue debolezze e dei tuoi punti di forza... Dipende tutto da te, da te e nessun' altro!


Il quesito del giorno è: partendo dal presupposto che, secondo me, l'essenza della grandezza, consiste nella capacità di scegliere la propria personale realizzazione in circostanze nelle quali altri scelgono la follia, quanto pensi di essere davvero padrone della tua vita?




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