14 Febbraio 2021 (la festa degli innamorati, il giorno di San Valentino) vi pongo alcune domande: vi siete mai chiesti quale sia l'origine di questa festa? Vi siete mai chiesti quale sia il significato vero e profondo della parola Amore? O se questo sentimento abbia, in fondo in fondo, una motivazione scientifica? Come capiamo di essere innamorati? Quali sono le fasi dell'innamoramento? In questo articolo cercherò di rispondere, nel miglior modo possibile, a tali quesiti.
Partiamo dal principio...
Il 14 febbraio 2021 è la festa degli innamorati. Ma perché si festeggia? Qui vi informerò sulle origini storiche e sulla leggenda di San Valentino. Non è facile stabilire quale sia l’esatta origine della festa di San Valentino. La storia più accreditata ci porta indietro ai tempi dei Romani, quando intorno al 496 d.C., papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia (riti pagani dedicati al dio della fertilità Fauno, in veste di Luperco, protettore del bestiame e dei campi). Il 15 febbraio si celebrava la rinascita della natura, la sovversione delle regole, la distruzione dell’ordine precostituito, perché la società potesse purificarsi e rinascere ogni anno, mediante rituali in completa contrapposizione con la moralità cristiana. Gelasio I abolì i lupercalia e istituì una giornata dedicata all’amore romantico, seppur sempre fertile e fruttuoso. Egli associò idealmente tale festa alla protezione di San Valentino, vescovo martire, nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C. La leggenda narra che il vescovo fu il primo a celebrare l’unione tra un legionario romano e una donna cristiana; secondo alcune fonti, inoltre, Valentino era amante dei fiori che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un'unione felice. Per tali motivi egli fu scelto come santo protettore degli innamorati. Ovviamente la festa di San Valentino, come la conosciamo oggi, non è quella stabilita da Gelasio I. Dobbiamo allora spostarci nel XV secolo, quando Carlo duca d’Orleans, mentre era prigioniero nella Torre di Londra, scriveva bigliettini d’amore alla moglie, chiamandola “dolce Valentina”, rifacendosi a un verso dell’Amleto di Shakespeare (Ofelia, infatti recita: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”). Da qui, l’idea nata in tempi moderni, di scambiarsi messaggi d’amore in occasione di San Valentino.
Ma l'Amore può davvero limitarsi solo ed esclusivamente a delle lettere o a una comune festa? Analizziamo tale parola secondo diversi punti di vista, partendo dalla spiegazione scientifica
dell' innamoramento. “I sintomi” dell’innamoramento sono noti a tutti: batticuore ed altri “effetti tipici” dell’amore. Tuttavia, non vengono dal cuore, ma principalmente dal cervello. A determinare l’innamoramento sono una serie di motivi che portano il corpo a rispondere di conseguenza, producendo una serie di ormoni abbastanza forte che concorre a determinare quel coinvolgimento noto a tutti e che abitualmente converge in una relazione sentimentale. In primis, si tratta di una condizione dettata da una necessità che affonda le sue motivazioni nell’antichità (la necessità del legame di coppia e della riproduzione erano essenziali per l’evoluzione della nostra specie). La natura si è preoccupata di garantire che non ci estinguessimo, gestendo le nostre risposte ormonali in un modo che ci permettesse di sopravvivere come specie.
Quando ci innamoriamo, passiamo attraverso tre fasi: il desiderio, l’attrazione e l’attaccamento (associate, a loro volta, a diverse risposte ormonali).
Il desiderio è l’attrazione sessuale iniziale che proviamo verso la persona oggetto delle nostre attenzioni speciali. Gli estrogeni e il testosterone sono i principali ormoni responsabili di questa sensazione. La noradrenalina (o PEA) è un’anfetamina naturale che aumenta l’esperienza di gioia e riduce l’appetito. Di solito viene rilasciata in questa fase e continua nella fase di attrazione.
L’attrazione subentra dopo la prima risposta biologica e innesca una serie di risposte ormonali. L’amore innesca un ciclo nel sistema di ricompensa del nostro cervello, facendoci desiderare di ripetere l’esperienza. Tutto inizia con una scarica di adrenalina (innamorarsi di una persona provoca una risposta di stress). E’ in questa fase che si manifestano i sintomi tipici dell’amore: battito cardiaco accelerato, secchezza delle fauci, mani sudate. Essere innamorati induce il nostro corpo a produrre il neurotrasmettitore dopamina (l’ormone del “sentirsi bene”, associato a sensazioni di piacere e felicità). I suoi effetti stimolanti sul cervello producono quella sensazione di diffuso benessere che solitamente associamo all’innamoramento.
Attaccamento: una condizione determinata dall’ossitocina (ormone che determina la voglia di coccole e i sentimenti di attaccamento ai nostri cari). Durante l’orgasmo c’è un picco di ossitocina. La vasopressina, rilasciata immediatamente dopo il sesso, gioca un ruolo chiave sia nel sesso che nella scelta del partner (ormone essenziale che promuove relazioni sane e durature).
Come tutte le dipendenze, anche la fine di un amore genera nel corpo umano delle “crisi d’astinenza” che comportano lo stato depressivo e di sofferenza che segna la fine di una relazione sentimentale. La dopamina controlla la maggior parte del sistema di ricompensa del cervello, quindi è naturale che un crollo nel rilascio di dopamina ci faccia sentire come se avessimo il cuore spezzato. In sostanza, l’amore è un complesso cocktail chimico che è parte essenziale dell’esperienza umana.
Certo, essere al corrente di tali meccanismi, arricchisce le nostre conoscenze, ma quanto triste sarebbe considerare l'amore un mero "cocktail chimico"? In compenso preferisco informarvi su quello che è il mio punto di vista. Innanzitutto sono certa che, nonostante l'amore abbia un significato universale, che lo renda privo di mistero, esso possa manifestarsi in svariate forme: esiste l'amore per il prossimo, inteso come provare amore nel "far del bene all'altro"; esiste l'amore per i propri cari, un amore accogliente, disinteressato, generoso, a volte silenzioso, a volte coraggioso, ma sempre smisurato; esiste l'amore mixato all'amicizia, paragonabile a una danza ben riuscita, in cui sono indispensabili: il giusto slancio, molto controllo, molta energia e delicatezza, molte parole e molti silenzi, ma soprattutto molto rispetto; esiste l'amore per se stessi, inteso come una sana forma di amor proprio con la giusta dose di egoismo, non è solo una diceria affermare che se non ci pensiamo noi, a noi stessi, non ci pensa nessuno, e se anche così non fosse, sicuramente nessuno può sapere più di noi cosa possa farci star bene; esiste l'amore per gli animali, quello che si misura dai sacrifici che siamo pronti a fare per loro; esiste l'amore per le cose materiali, quello che probabilmente colma i vuoti che si celano in gran parte di noi, a volte mediante oggetti correlati a qualcuno di importante, a volte oggetti custodi di ricordi speciali, a volte oggetti inutili e voluttuari; esiste l'amore verso quelle persone che conosciamo a malapena, idoli che ammiriamo ed elogiamo, perché con il loro carisma e la loro empatia ci trasmettono sensazioni uniche, pilastri di legami indissolubili ; esiste l'amore malato, quello che si manifesta con l'ossessione, il possesso, la gelosia... Ma l'amore è "cosa bella", chi ci fa del male, o pensa di farci del male, in realtà non ci ama; esiste l'amore verso la propria patria o verso quei valori in cui crediamo fermamente, per cui lottiamo e che ci permettono di dare un senso profondo alla nostra esistenza; ma la forma di amore più eclatante, profonda, quasi viscerale, è sicuramente nei confronti della persona destinata a diventare nostra compagna di vita. "Amare" questa persona non vuol dire provare quelle sensazioni adolescenziali tipiche di quell'età, come le famose "farfalle nello stomaco", oppure il calore che si percepisce quando si incontra qualcuno in particolare (queste sensazioni, per quanto possano essere presenti anche in un amore "avanti con l'età", sono principalmente causate da un'emozione intensa ma fugace, tipica di un momento di passione). Amare veramente una persona vuol dire prendersene cura, anche quando lei non può ricambiare; vuol dire includerla non solo nella propria vita, ma soprattutto nella lista delle priorità; significa ricercare costantemente un contatto per essa, e con essa, e strumenti per fare in modo che stia bene, anche quando questi scarseggiano; l'amore per il proprio partner ha, inoltre, una componente passionale e romantica (sebbene il romanticismo non vada confuso con l'amore vero); amare un coniuge o il proprio compagno di vita vuol dire viverci insieme, condividere i propri spazi e il proprio corpo, al fine di creare un legame destinato a compiacere e soddisfare entrambi; vuol dire avere la certezza che ci sia qualcuno nella tua vita pronto ad accoglierti e supportarti nei momenti di difficoltà, che gioisca con te quando qualcosa ti rende felice, che combatta al tuo fianco contro le ingiustizie della vita, che ti incoraggi, che ti consigli, che ti infonda sicurezza e protezione, con la consapevolezza di non essere MAI soli!
In seguito a quanto detto, si potrebbe formulare la seguente semplicistica, quanto efficace, ipotesi: l'amore è l'antipodo dell'egoismo. Amare è condividere, e condividere significa porre il proprio "ego" in un piano leggermente secondario, a favore dell'altro. L’amore non nasce quando la vita colma i tuoi desideri, né quando ti schiaccia, ma si presenta soltanto a coloro che, apertamente o in segreto, desiderano un cambiamento. È allora che ti aspetti l’amore e ciò che l’amore porta: attraverso un’altra persona un mondo nuovo ti viene rivelato e donato. Perché ci s’innamora? Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate; per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero; per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza; perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama.
BruMas
Il Quesito del Giorno è: qual è la vostra visione dell'amore? Cosa significa realmente amare qualcuno? C'è differenza, secondo voi, tra "amore" e "innamoramento"?
Buon San Valentino a tutti i miei lettori!
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